Codici a barre sono ormai presenti in quasi tutto il mondo, sulla gran maggioranza degli oggetti su cui mettiamo le mani abitualmente. Quando non è presente sull’oggetto, il codice a barre è di solito impresso sulla confezione.
Il barcode è un sistema di classificazione e codifica molto anziano, ma non è mai stato così in forma. La facilità della codifica, della stampa delle etichette codificate e soprattutto l’affidabilità della lettura ottica prodotta con gli appositi lettori, affidabilità che sfiora il cento per cento, sono i fattori che nel tempo hanno consentito al codice a barre di sopravvivere e conoscere anzi ottima salute fino ai tempi nostri.
Un’evoluzione del barcode è il QRCode, impropriamente chiamato anche barcode bi o tridimensionale. Si tratta di un codice costituito da punti anziché barre di varie dimensioni, disposti all’interno di una superficie quadrata di uno o due centimetri di lato. Questo tipo di codice ha il vantaggio di poter codificare una quantità di informazioni molto superiore al suo precursore, ma deve essere letto con una videocamera e un’applicazione associata, per quanto molto semplice.
Il QRCode viene utilizzato soprattutto per codificare contenuti web come indirizzi di pagine o di articoli, e viene spesso impiegato per fornire collegamenti rapidi agli smartphone.
La lettura ottica trova comunque, quantomeno in Italia, un grande campo applicativo nella sicurezza stradale, campo in cui è alla base, ad esempio, del funzionamento dei sistemi autovelox automatici e soprattutto del sistema TUTOR, nel quale costituisce la base per poter riconoscere in tempi brevissimi una targa e misurare così la velocità dell’autoveicolo su cui si trova.
In questo caso si parla ancora di video camere che inquadrano la targa in questione, passano l’immagine ad un sistema dedicato di riconoscimento formale che provvede a “leggere” numeri e lettere della stessa per poi trasmetterli al punto di controllo successivo che provvede a confrontare con lo stesso meccanismo le varie targhe fino a che non la ritrova. A quel punto può essere effettuata la misurazione della velocità.
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